La torre di Tertiveri

Un esempio di torre quadrata normanno-sveva per spiegare l’origine razionale della torre cilindrica angioina

La torre di Tertiveri è un esempio perfetto delle competenze costruttive del periodo normanno-svevo.
Pianta quadrangolare, edificata su un rilievo naturale (una motta), circondata da fossato, con camere sovrapposte, ambienti voltati, finestre rettangolari, scala nel volume interno (non nello spessore murario), ingresso generalmente al piano di calpestio.
Un modulo chiaro, lineare, solido.

La torre di Tertiveri compare nei documenti dell’epoca come il Quaternus Excadenciarum e lo Statutum de reparatione castrorum di Federico II, come fortificazione riconosciuta e sottoposta a lavori di manutenzione regia.

Torre di Tertiveri (XI secolo)

Questa torre, che era parte di un sistema difensivo più ampio è stata costruita nel XI secolo, e rappresenta un modello costruttivo ben consolidato nel Regno di Sicilia tra XI e XIII secolo. Questo tipo di costruzioni difensive anticipa le torri cilindriche che arriveranno solo più tardi, con gli Angiò.

Le torri cilindriche ha differenza di quelle a pianta quadrata, esprimono una tecnica costruttiva sviluppata in Terra Santa, nel contesto difensivo delle crociate (si veda per esempio il castello di Krak des Chevaliers, in Siria, uno dei castelli crociati meglio conservati, XI sec.), da li si diffonde in Europa passando prima per il nord della Francia.

Una delle prime torri cilindriche in Europa?
È Château-sur-Epte, costruita alla metà del XII sec. e considerata una delle più vecchie torri cilindriche d’Europa (con queste caratteristiche costruttive).

Nel sud Italia queste torri arrivano tra il XIII e il XIV secolo, portate dalle maestranze francesi al seguito degli Angioini, che rinnovano i castelli ereditati dagli Svevi o costruiscono nuove torri isolate:

  • torri in castelli: Oria, Sannicandro, Brindisi, Gaeta, Santa Severina, Lucera, Fondi, Malvito.
  • torri isolate: San Marco, Cirigliano, San Mauro, Tricarico (l’unica con quella di San Marco ad essere appellata erroneamente come normanna), Picerno, Velia, Castelnuovo Cilentano, Castelcivita, Amalfi, Maddaloni, Pontelatone, Mola, Cerreto Laziale, Colletorto, Comano, Rivo del Monte, Fuorni, Sarno, (ce ne sarebbe altre venti almeno).

Tutte queste torri condividono caratteristiche stilistiche e costruttive con Château-sur-Epte: corpo cilindrico, ingresso principale rialzato, scala elicoidale nello spessore murario, ambienti sovrapposti uniti dalla scala, finestre strombate, beccatelli e caditoie per difesa piombante, cisterne profonde, ecc. Non a caso sono dette torri alla francese.

Chateau sur Epte (XII secolo)

È importante notare che queste torri cilindriche compaiono esclusivamente nelle regioni continentali del Regno, e che in Sicilia non se ne trova traccia: infatti il passaggio della Sicilia al controllo aragonese impedì agli Angioini di estendere anche sull’isola il loro programma di ammodernamento delle linee di difesa del regno. La distribuzione geografica di queste torri rappresenta quindi un ulteriore prova della loro origine angioina.

La torre di Tertiveri, in sintesi, è un esempio per comprendere che normanni e svevi costruivano con moduli quadrati e rettangolari, preferendo linee spigolose e razionali.
La torre cilindrica è un’evoluzione posteriore della tecnica militare, e non un applicazione normanna.

È impensabile infatti che i Normanni abbiano costruito una torre cilindrica in Calabria nell’XI secolo per poi abbandonare del tutto questa tecnica nei 150 anni successivi del loro dominio.

Una follia.

E allora, di fronte a tutto questo:
come si può ostinarsi a non comprendere questa evidenza?

Come gruppo di ricerca Fuori le Mura, stiamo lavorando, nella persona del dott. archeologo Osvaldo Gaudio, a un approfondito e meticoloso studio sull’evoluzione della tecnica costruttiva militare nel Mezzogiorno medievale, in particolare nel periodo di transizione tra normanno-svevi e angioini. Un’indagine storico-archeologica ampia, rigorosa, che analizzerà comparativamente e cronologicamente torri e sistemi difensivi del periodo di studio, chiarendone la genesi.

Il lavoro, attualmente in fase di redazione, sarà pubblicato entro la fine dell’anno in una doppia veste. Lo studio scientifico su rivista di fascia A, e uno studio in forma divulgativa, come numero dei nostri Quaderni della Malvitana.

Enrico Tassone

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