Dalla Platea del Monastero di Santa Chiara di San Marco Argentano (conservata nell’Archivio di Stato di Cosenza), veniamo a sapere che tra le proprietà del Monastero ce n’era una prossima alle mura della città “iuxta menia Civitatis”, nel luogo detto Santo Marco “loco dicto Santo Marco”, molto grande “magnam”, che si estendeva dalla porta di Santo Marco fino al Monastero della Riforma “et incipit…la Porta di Santo Marco usque ad Monasterium Reformatorum”, che non confinava con altre proprietà perché tutta circondata da strade “non habet confines sed circumdata viarum circum circa”, e che aveva al suo interno la Torre medievale della Città e le sue mura “solum adest medietas Turris Civitatis intus…et menie ipsius”.
Tralasciando praticamente tutto il contenuto dell’annotazione, la localizzazione del toponimo, i confini del possedimento, la sua estensione, le strade che lo circondavano, e che all’interno di questo ci fosse la Torre e le sue mura, seppur estremamente interessanti e che meriterebbero un approfondimento, mi concentro sulla sola informazione che mi sembra di gran lunga più utile, cioè che il compilatore della platea definisce la torre “Medievale” (in copertina è riportato che tale Don Andreace Ardoino è l’autore della Platea).
Se avete un po’ di pazienza nel continuare a leggere provo a spiegare perché questa definizione è estremamente interessante.
Oggi, il significato del termine Medioevo è ben noto a tutti. Tutti sanno che è una parola composta, cioè risultato dell’unione di medio, latino medius, cioè intermedio, e evo, latino aevum, cioè età o periodo, e che identifica quel periodo storico “intermedio” tra la fine del mondo classico e l’inizio del rinascimento, i cui termini temporali sono identificati idealmente dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.c.) alla scoperta delle Americhe (1492). Quello che però è poco noto, è che tra la nascita del concetto di Medioevo e la nascita del termine Medioevo passano dei secoli. Mi spiego meglio. Il primo ad usare esplicitamente il termine Medioevo e a definirne i limiti temporali fu lo storico e filosofo tedesco Christoph Keller detto anche Cellarius, che nel 1688 scrisse Historia medii aevi, la prima opera storiografica riguardante il Medioevo. A Cellarius si deve anche la prima idea di organizzazione e periodizzazione della storia europea, immaginata composta da due grandi epoche, quella classica, e quella della rinascita e del ritorno agli ideali del mondo classico (Rinascimento), e tra queste una terza epoca intermedia, il Medioevo. La concettualizzazione di un’età media, distante dalla perfezione classica è un processo di consapevolezza iniziato però già alla fine del 1300 quando compresa la distanza tra l’epoca moderna e il mondo classico si inizia a guardare a quel periodo intermedio con disprezzo. Ancora oggi non siamo liberi dalla concezione umanistica del Medioevo, continuandola per esempio a definire un’epoca oscura e barbara, o per esempio considerando “Medioevo” tutte quelle dinamiche sociali e politiche che non consideriamo giuste e al passo con i tempi. Era così proprio nel Rinascimento, quando ancora come abbiamo visto non c’era il termine, ma era già ben codificato il concetto. Il Vasari, per esempio nella metà del 1500 lo definisce “Ruina Estrema”. Ancora prima nel 1469 il Vescovo di Aleria, in Francia utilizza l’espressione “media tempestas”, altri intellettuali “media antiquitas”, o “modus germanicus” riferendosi sempre all’epoca in cui le cose si facevano alla maniera dei popoli germanici, Goti, Ostrogoti, Longobardi, Normanni, e barbari in generale.
Ora, distinta la genesi tra il concetto e il termine, vi faccio notare che la Platea del Monastero di Santa Chiara è del 1632, quindi precedente se pur di pochi decenni al 1688 cioè quando fu utilizzato per la prima volta il termine Medii aevi. Infatti, il termine latino utilizzato nella platea è Medietas che letteralmente significa metà. La traduzione della Platea del professore Chiaselotti, di cui ho estrema fiducia, traduce questo termine con medievale.
Come facciamo ad essere sicuri che chi lo ha scritto voleva collocare temporalmente la torre, e non dire altro? Ci ho ragionato. Queste le mie conclusioni.
Letteralmente il testo potrebbe essere tradotto con “all’interno c’è metà della torre”, che potrebbe significare due cose. Che la torre era per metà crollata oppure che metà degli ambienti interni della torre erano di proprietà del monastero, mentre l’altra metà degli ambienti erano di proprietà di altri. Credo siano impossibili entrambe le ipotesi. La prima perché non ci è noto che la torre abbia mai subito danni e crolli così importanti, tali da ridursi in metà. Osservandola possiamo dedurre che ha perso per crollo le caditoie che erano sui beccatelli (le mensole che coronano la parte sommitale), e qua e là ha nel tempo subito lesioni e crepe, ma mai crolli da ridurla ad un rudere. La seconda perché essendo la torre definita nel testo Civitatis, cioè della città, è improbabile che il monastero ne potesse avere parte di proprietà, e se così fosse stato, ci sarebbe dovuto essere traccia di una scrittura e di un censo specifico nella platea (come per altri immobili), ma così non è. Una terza ipotesi che mi è frullata per la testa è che potrebbe essere stato un errore di scrittura. Se invece di Medietas, ci fosse stato scritto Mediatis il significato sarebbe stato “nel centro c’è la torre” ma anche questa è una ipotesi difficile da dimostrare e che non trova conferma perché in platea la parola utilizzata è chiaramente Medietas. La certezza finale che chi scriveva volesse riferirsi all’epoca di costruzione della torre me lo dà il fatto che il termine medio che in latino è Medius o Medietas (nemmeno a farlo apposta) è anche utilizzato come abbreviazione di medievale (Dizionario enciclopedico Rizzoli), e quindi l’unica possibilità di traduzione è “all’interno si trova la Torre Media della Città”, cioè di quell’epoca media tra il mondo classico e il rinascimento/umanesimo.
Ora, non volendo speculare con questa comprensione etimologica, voglio far notare che a differenza del termine medioevo, il termine Normanno, latino medievale composito dall’anglosassone North (Nord) man (uomo), era chiaro e ben utilizzato già dal 8-900 d.c., e che il compilatore della Platea, avrebbe potuto senza problemi definire la Torre Normanna, ma si è limitato a dire che è Media, cioè Medievale. A voi le conclusioni.

La torre medievale di San Marco Argentano
Enrico Tassone