Le due immagini che seguono sono rispettivamente parti sommitali degli abitati di San Marco Argentano (Cs) e di San Marco D’alunzio (Me). Questi due paesi portano il nome dell’Evangelista Marco grazie ad una storia a denominatore comune, anzi a “dominatore” comune, Roberto D’Altavilla detto il Guiscardo.
È il cronista e monaco benedettino Amato di Montecassino a regalarci il dettaglio narrativo che ci permette di legare le storie dei due paesi marciani all’epopea del Guiscardo ed offrirci uno spunto di riflessione molto interessante.

San Marco Argentano Foto: Google Earth
È il 1061, i normanni sono da poco sbarcati in Sicilia, Messina è assediata e conquistata, il Guiscardo in marcia verso l’entroterra siciliano occupa il castello arabo di Demmena, (l’Halluntium bizantina) sulla costa tirrenica, che ribattezza con il nome di San Marco. Amato spiega che il Guiscardo dà questo nome al castello per la devozione all’Evangelista e a memoria della San Marco di Calabria da dove tutto era partito.
Scrive infatti: “poiché nella mente del duca c’era sempre San Marco Evangelista…quando andò in Calabria, innalzò la rocca di San Marco, grazie alla quale conquistò tutta la Calabria,…e per conquistare tutta la Sicilia, fece costruire un castello chiamato San Marco” 1. Nella San Marco di Calabria il Guiscardo arriva circa dieci anni prima, fra il 1048 ed il 1053, quando all’esigenza di lasciare (ma non abbandonare) il castello di Scribla a causa dell’aria malsana “et aeris diversitatem languescere” si sposta nella vicina San Marco, “castrum, quod Sancti Marci dicitur, firmavit”2. Qui i Normanni costruirono il loro primo “piccolo” castello (In Calabria ne costruiranno tanti) o forse come è più ipotizzabile fortificano e portano migliorie ad una fortificazione già esistente, Longobarda o precedente, e cosa più importante posero le basi per la conquista dell’intera Calabria. Allo stesso modo dunque fa in Sicilia.

San Marco D’alunzio Foto: Google Earth
Da un’analisi aerofotogrammetrica dei due siti si nota facilmente un interessante familiarità in termini di forme, di spazi e di superfici sommitali disponibili all’edificazione dei rispettivi castrum. Nel sito di San Marco d’Alunzio è ancora presente il muro del lato nord del castello, mentre a San Marco Argentano sono ben visibili un barbacane e i resti di una cortina muraria. Anche la toponomastica e l’etimologia rafforzano questa similitudine. Il sito di San Marco Argentano è identificato su cartografia dell’istituto geografico militare come la Motta, la cui etimologia significa altura o monte con castello. Il sito di San Marco d’Alunzio è identificato come Monte Castro che appunto significa monte con castello. Entrambe le spianate hanno un’area utile compresa entro un ettaro di superficie. Due piccoli castelli, a cui non è escluso appartenesse una seconda cinta muraria più bassa di quota che comprendeva parte dell’abitato3. Che il castello di San Marco Argentano fosse piccolo ce lo conferma un atto greco del 1100 in cui 50 anni dopo i lavori del Guiscardo, in piena epoca di consolidamento del regno normanno è ancora definito micro kastron Haiga Marcos4.
Ora, prendendo per buone le parole dell’Amato che da come prima motivazione alla scelta del nome di San Marco in Sicilia la devozione al Santo da parte del Guiscardo. E prendendo anche per estremamente concreta la possibilità che il Guiscardo nel battezzare questa prima fortezza di Sicilia con il nome della prima fortezza da cui era partita la conquista calabrese, vuole augurarsi la stessa buona sorte nella campagna militare appena iniziata in terra di Sicilia. C’è quindi anche da aggiungere come ho provato a spiegare, l’importante familiarità dei due siti come probabile motivo in più per la scelta del nome. Al Guiscardo quel luogo gli ricordava San Marco Argentano.
A questo punto sarebbe molto interessante approfondire l’evoluzione delle opere munite normanne. Già solo dal confronto tra le prime edificazioni tra le due San Marco o del periodo della conquista, basterebbe per comprendere alcune verità una volta per tutte.
Enrico Tassone
- Amato di Montecassino, Historia Normannorum libro V cap.25 ↩︎
- Goffredo Malaterra, De Rebus Gestis Rogerii Calabriae et Siciliae Comitis et Roberti Guiscardi Ducis fratris esius ↩︎
- a San Marco Argentano c’è traccia evidente di una seconda cortina muraria e di strutture di fortificazioni ad essa connesse ↩︎
- Andrè Guiloou, Les Actes grecs des fonds Aldobrandini et Miraglia, n.25 pag.115 ↩︎